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L’Erba Del Persico

IIntervista al presidente, cavalier Paolo Bruni: “Quarant’anni di storia, passione e orgoglio”

Lunedì 12 giugno 2023

È trascorso poco più di un anno dall’inaugurazione dei nuovi impianti destinati alla disidratazione e all’essiccazione di erba medica installati presso l’azienda L’Erba del Persico, situata in una delle zone maggiormente vocate a questa coltivazione: Ripapersico di Portomaggiore in provincia di Ferrara. Impianti con una capacità produttiva di 800mila quintali/anno.
La storia di questa realtà produttiva affonda le sue radici soprattutto nell’intraprendenza di due fratelli che all’epoca, eravamo negli anni Ottanta, erano poco più che ventenni. Due giovani, Paolo e Piergiorgio Bruni, che insieme decisero di ampliare i confini dell’azienda paterna acquistando all’asta una struttura che fino a pochi anni prima era stata la sede di una stalla sociale.

È così cavalier Bruni?
“Esattamente – conferma Paolo Bruni, presidente dell’Erba del Persico – Mi piace molto ricordare gli albori di quella che per me e mio fratello fu un’autentica avventura che ci mise subito davanti a un sacrificio economico molto rilevante: all’epoca io avevo 25 anni e mio fratello 20 e per acquistare i capannoni di quella stalla ci accollammo un mutuo affrontando un sacrificio non indifferente. Forse l’incoscienza, forse il desiderio di dimostrare le nostre capacità, ma sicuramente la passione fu il principale elemento propulsore di quella avventura. Subito dopo l’acquisto destinammo i capannoni allo stoccaggio dell’erba medica che veniva coltivata nei terreni presi in affitto e lı̀ veniva tradizionalmente essiccata al sole. Una decina di anni dopo – continua il cavalier Bruni – intorno al 1996, costituimmo una società con il Gruppo Saltarelli-Migiani di Pesaro che nelle Marche vantava una lunga esperienza nel settore; insieme realizzammo il primo stabilimento industriale con un impianto in grado di essiccare non più di 8mila litri, rimasto in funzione fino allo scorso anno quando, con l’ingresso nell’azionariato della Società di Bonifiche Ferraresi Spa si è deciso di costruire un nuovo impianto”.

Una decisione, quella di costruire un nuovo impianto, caduta in uno dei momenti storici forse più delicati….
“Sì,̀ senza dubbio – risponde il cavalier Bruni – La costruzione del nuovo impianto ha avuto inizio nel momento più complicato che potessimo incontrare: i postumi degli anni pandemici con le notevoli difficoltà legate alla consegna delle materie prime industriali e poi, a febbraio 2022, lo scoppio della guerra russo-ucraina e la conseguente esplosione dei costi di alcuni fattori produttivi, energetici in primis. Nonostante tutto questo, grazie al coinvolgimento di costruttori olandesi e spagnoli a cui ci siamo dovuti rivolgere perché in Italia nessuno sembrava intenzionato a impegnarsi, siamo riusciti a realizzare un impianto di ben 25mila litri di capacità di essiccazione e a inaugurarlo all’inizio della stagione 2022. Contestualmente, sono stati costruiti anche nuovi e più ampi capannoni per lo stoccaggio del prodotto finito oltre al rifacimento completo dei piazzali antistanti gli stabilimenti. Non solo. La nuova proprietà oggi
composta da Bonifiche Ferraresi e da Dal Buono eredi, ha poi deciso all’inizio del 2023 di realizzare un impianto fotovoltaico sul tetto dei capannoni per 1 MW di potenza che sarà operativo a breve, a cui all’inizio del 2024 ne seguirà un ulteriore”.

Cavalier Bruni, per L’Erba del Persico, l’azienda che lei presiede, come si delineano i contorni del mercato soprattutto in riferimento all’export?
“Per un settore come il nostro l’export è fondamentale e necessario perché il mercato nazionale, anche se più vantaggioso, non può bastare. La richiesta estera di erba medica essiccata e disidratata è in aumento soprattutto da parte di Cina, Giappone, Corea del Sud dove però dobbiamo fare i conti con la concorrenza degli Stati Uniti che per noi è particolarmente competitiva. Dopo un 2022 caratterizzato da quotazioni mai viste prima, temo che per il 2023 le cose saranno un po’ più complicate anche se destinazioni come gli Emirati Arabi e, mi auguro a breve anche l’Arabia Saudita, rappresentano mete importanti e interessanti. Sono comunque fiducioso che si possano aprire buone opportunità anche considerando che un Paese come la Spagna, primo produttore di erba medica essiccata e disidratata a livello europeo e nostro maggiore competitor, deve oggi fare i conti con le conseguenze della siccità esattamente come toccò a noi lo scorso anno”.

L’Erba del Persico è un’associata di AIFE/Filiera Italiana Foraggi. Qual è il supporto e il ruolo che l’associazione ricopre per l’azienda che presiede?
“AIFE/Filiera Italiana Foraggi è fondamentale per la tutela degli interessi specifici del nostro settore che in Italia, contando un numero circoscritto di operatori, attraverso l’associazione può ben orientare la sua strategia. Negli ultimi tempi, con le problematiche che si sono create a seguito della pandemia e della guerra, il lavoro che AIFE ha svolto in collaborazione con Nomisma è stato molto utile. A questo devo aggiungere che ricoprendo il ruolo di coordinatrice dei contratti di filiera, essa ha svolto un lavoro molto importante finalizzato a rafforzare il potere economico dei disidratatori e degli agricoltori che coltivano erba medica in un momento in cui siamo costretti a fare i conti con un’agguerrita concorrenza da parte di altri Paesi europei a noi vicini. Penso quindi che l’adesione a un’associazione come AIFE/Filiera Italiana Foraggi in cui gli imprenditori si possono anche confrontare su comuni problematiche e sull’individuazione delle strade migliori per risolverle sia fondamentale”.

Quali opportunità possono arrivare per il settore dalla Nuova Pac?
“Va detto innanzitutto che il sostegno alla zootecnia previsto dalla nuova programmazione comunitaria porta inevitabilmente aiuti indiretti anche al settore dell’erba medica. Sugli aiuti diretti so che esistono critiche e contestazioni. Personalmente ritengo che si potrebbe prevedere un aiuto a coloro che sono più inclini al tema della sostenibilità e si rendono disponibili a utilizzare un sistema di agricoltura integrata per poter accedere al premio e allo stesso tempo salvaguardare una produzione di erba medica pulita”.

L’alluvione in Romagna avrà conseguenze per tutto il mondo agricolo non solo nell’immediato ma anche nei mesi futuri. Ritiene che la vostra attività sarà condizionata anche alla luce di una domanda che ancor prima dell’alluvione era superiore all’offerta?
“Mi faccia dire innanzitutto che L’Erba del Persico ha voluto dimostrare la sua vicinanza e la sua solidarietà agli allevatori colpiti dalle frane nella zona di Casola Valsenio donando appena è stato possibile un autotreno di foraggio disidratato per andare incontro al fabbisogno alimentare del loro bestiame. Poi, per venire alla sua domanda, certamente le conseguenze dell’alluvione determineranno ulteriori danni e conseguenze non solo nelle zone colpite e allagate. L’Emilia Romagna e le Marche sono territori a grande produzione di erba medica. Qui, in due settimane, è caduta la stessa quantità di acqua che generalmente dovrebbe cadere in un intero anno. E questo è avvenuto in concomitanza con il primo sfalcio, notoriamente il più importante dell’annata. È facile quindi intuire che il danno sull’erba medica complessivamente intesa sarà notevole. Ora dobbiamo auspicare che la stagione si riprenda, che torni a splendere il sole e che si possa procedere con i prossimi sfalci in modo più ordinato. Gli esperti ci dicono
che dovremo abituarci a vivere lunghi periodi siccitosi intervallati da fasi alluvionali: per l’agricoltura e nello specifico per gli operatori che si occupano di erba medica non sarà un problema di poco conto”.

Cavaliere un’ultima domanda. Cosa andrebbe fatto a suo giudizio per incentivare a livello europeo la produzione di proteine vegetali riducendo la dipendenza dalle importazioni di soia o altre colture dai Paesi terzi?
“A livello europeo credo che occorre approcciare l’argomento con un concetto di filiera andando a incentivare tutte le componenti che vanno dalla terra alla tavola, compresa quella delle carni per garantire un prodotto finito legato strettamente alla produzione. In questo modo potremmo controbilanciare adeguatamente e degnamente una selvaggia importazione di colture da Paesi terzi dove non vigono i nostri stessi disciplinari produttivi e qualitativi. Ritengo infine che occorra impegnare tutte le fasi dell’intera filiera al raggiungimento dell’obiettivo finale”.


Una veduta aerea degli stabilimenti de L’Erba del Persico


Il cavalier Paolo Bruni, presidente de L’Erba del Persico.


Nel 2022 Bonifiche Ferraresi Spa è entrata nell’azionariato de L’Erba del Persico. All’inaugurazione del nuovo impianto avvenuta poco più di un anno fa erano presenti, da sinistra: Federico Vecchioni, amministratore delegato di Bonifiche Ferraresi Spa; il cavalier Paolo Bruni presidente de L’Erba del Persico; Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna e Michele Pisante, presidente di Bonifiche Ferraresi Spa

Pubblicata il 12 giu 2023
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